Casting, per un film dal Woyzeck

Casting

Per un film dal Woyzeck

regia di Annalisa D’Amato

collaborazione artistica Antonin Stahly

drammaturgia Maurizio Braucci e Annalisa D’Amato

musiche originali Antonin Stahly e Annalisa D’Amato

disegno luci Iole Cilento

costumi Daniela Salernitano

tecnico luci Gennaro Maria Cedrangolo

ritratti fotografici Thierry Arensma

foto di scena  Stefano Cardone

organizzazione Ilaria Ceci, Marina Dammacco

con Valeria Apicella, Artem,  Sara Caiazzo, Luigi Cardone, Adriano Cinquegrana, Andrea de Goyzueta, Sara Gentile, Francesco Rescigno, Emanuele Palumbo, Luigi Palumbo(1), Luigi Palumbo(2), Gianluigi Signorello, Antonin Stahly

una produzione D’Amato Stahly 2018

in collaborazione con Associazione Arrevuoto – Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazionale, l’Asilo – ex Asilo Filangieri, Tourbillon Teatro, Radio Popolare, Ass. Quartieri Spagnoli Onlus, Casa del Contemporaneo Centro di Produzione Teatrale

Casting per un film dal Woyzeck nasce dall’incontro tra la creazione registica di Annalisa D’Amato e l’idea drammaturgica dello scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci. In scena, un gruppo trasversale – di attori professionisti e ragazzi napoletani – conduce lo spettatore attraverso un racconto a più livelli, in cui si osserva come il casting sia diventato luogo, oggi sempre più cercato e diffuso, in cui vite intere si trasformano in forme di spettacolo: ‘’Lo sfoggio di autenticità si è dimostrato un valore particolarmente redditizio’’, come intuiva Mark Fisher nel suo Realismo Capitalista, testo cardine di questo lavoro.

La prima versione di Casting, per un film dal Woyzeck è nata per il Festival di Radio Popolare di Milano nel 2018. In seguito un secondo studio ha aperto la stagione 2019 di Casa del Contemporaneo in Sala Assoli a Napoli. La versione definitiva è stata invitata ad aprire la stagione del Teatro Bellini di Napoli 2020. In seguito Casting è stato ospite al Festival Contemporanea di Prato 2021 a cui è seguito un importante incontro guidato da Graziano Graziani tra il gruppo di lavoro e la School of Met del Metastasio di Prato.

Guardandoli recitare è impossibile non pensare che sono anche una potente metafora carnale di Napoli: un tempo la città di Gennariello, avrebbe detto Pasolini, oggi anch’essa soggetta all’omologazione capitalista, al dominio commerciale, alla svendita turistica di se. Alessandro Toppi – Hystrio n.4 2019

Ovviamente tutto il lavoro è una forte critica ai modelli imposti ai nostri giovani dal consumismo contemporaneo, all’ansia di apparire e di essere scelti, al cinismo dei mestieranti che l’arte la fanno e la vendono, ai pusher di “oppio del popolo” (per citare l’ultimo libro di Goffredo Fofi), ma soprattutto è una scanzonata, a tratti molto umoristica, quanto verticale e corrosiva messa alla berlina di quella moda del “reale a tutti i costi” Massimiliano Virgilio – Fanpage.it

“Questa è la dinamica geniale di ciò a cui assistiamo: una “didattica” esplicitazione di una struttura spettacolare e la sua “inversione” in vita, in verità. […]Questi ragazzi e il loro “dramaturg”, e la loro regista, compiono appunto un grande lavoro, che non ha niente a che fare con la spontaneità o con l’improvvisazione, ma molto a che fare con il rigore, l’energia, l’intuizione potenziata, la precisione. E da ciò si comprende come il teatro può salvare la vita, e la vita salvare il teatro. Entrambi: la vita, appunto e il teatro. Perché il teatro è la vita.”  Bruno Roberti – Fata Morgana Web