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io non sono monica bianchi annalisa d'amato

Io Non Sono

  • io non sono monica bianchi annalisa d'amato
    io non sono monica bianchi annalisa d'amato
    IO NON SONO

IO NON SONO

di Annalisa D’Amato

con: Giordano Acquaviva, Monica Bianchi, Francesco Canavese, Francesco Forni, Julien Desroche, Julia Sarano, Antonin Stahly, Marco di Palo, Charles Ferris

Disegno luci: Cesare Accetta

Suono: Mauro Casappa

coproduzione: Giordano Bruno SRL, LAILA, Villa Romana Florenz, L’Arte della Felicità

data: 2009-2011

debutto al Festival Le Vie, Emiglia Romagna Teatro

“IO NON SONO”, scritto e diretto da Annalisa D’Amato, è una partitura contemporanea sulla ricerca del Sé, realizzata con uno sguardo poetico e ironico.
La drammaturgia – ispirata principalmente al Neti Neti di Shankara, al poema Io Non Sono di Rumi e a Un Nuovo Mondo di Tolle – intreccia musiche originali suonate dal vivo, danza, azioni e testi, dove la relazione frontale con il pubblico si gioca in una esplosione vitale di poesia e comicità.

La solitudine è illusione di separazione. Separazione dagli altri, dal fluire della vita. Ogniqualvòlta mi irrigidisco, critico, prendo una posizione altera o di superiorità, allora mi separo, e mi sento sola.
Ogniqualvòlta mi apro, vado incontro agli altri, cerco di capire come essere di aiuto, come comprendere senza giudicare, senza fare discriminazioni, e mi arrendo, ecco che arrivo a percepire chiaramente il sottofondo di unione tra tutti gli esseri, e mi sento piena di vitalità. È bene è male, è bello è brutto, io ho ragione lui ha torto, mi piace non mi piace, tutte queste forme creano separazione, tutte le categorie in cui la mente divide il mondo sono separazione. Separazione è illusione di solitudine.
Sicuramente uno dei compiti del teatro è quello di riuscire a scal re questa apparenza di solitudine, questo arroccarsi dell’ uomo in se stesso.
Lo spettacolo IO NON SONO nasce con l’intento di ripristinare un dialogo diretto con il pubblico che invitiamo ad entrare in un luogo inusuale come uno chapiteau, uno spazio a base circolare con una punta che tende verso l’alto, a sottintendere un’altra connessione fondamentale, quella fra la terra e il cielo, in cui è contenuta la natura divina dell’uomo. L’andamento dello spettacolo gioca sull’ intrecciarsi di varie espressioni come la musica, la danza, il canto, al servizio dell’ esigenza di riconnetterci con la forza della non-separazione, attraverso la ricerca dell’ Uno. Da quella posizione la solitudine svela allora la sua natura fondamentale rivelandosi come la più alta chance dell’uomo di contattare le radici profonde del suo essere. “Ho lasciato la dualità e visto i due mondi come uno. Uno io cerco, uno conosco. Uno io vedo, uno chiamo.” Rumi
Credo che un potente antidoto alla paura e al malessere contemporaneo sia l’ ENTUSIASMO. Esso rappresenta il senso di ducia e di gioia con il quale lavoriamo e con il quale desideriamo accogliere gli spettatori in un impeto di gratitudine verso la vita.
Siamo eri di partecipare a questa edizione dell’ Arte della Felicità che riconosciamo come una delle poche realtà culturali italiane veramente centrate sul presente e sulle reali esigenze e domande dell’uomo di questi tempi.

Annalisa D’Amato, 2009

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luisa pasello, emanuele valenti, annalisa d'amato, gombrowicz

Agnus Dei

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    luisa pasello, emanuele valenti, annalisa d'amato, gombrowicz
    AGNUS DEI
    memorie dei tempi dell'immaturità

AGNUS DEI

Memorie dei tempi dell’immaturità

di Annalisa D’Amato

liberamente ispirato a Ferdydurke di W. Gombrowicz

Con: Luisa Pasello, Claudia Dulitchi, Giordano Acquaviva, Emanuele Valenti, Matilde Politi, Francois Tizon, Luca Bollero

Luci e Allestimenti: Giordano Acquaviva

Coproduzione: Fondazione Pontedera Teatro e Compagnia Acquaviva

Data: 2000

“Mi interessa l’immaturità che sprigiona nell’uomo ogni cultura che non è sufficientemente assimilata, digerita e organica al punto giusto. (…) Il mio è il lamento di un individuo che si difende dalla dissoluzione, che reclama spasmodicamente una gerarchia e una forma, e allo stesso tempo si rende conto che qualsiasi forma lo sminuisce e lo limita: si difende dall’imperfezione altrui, perfettamente cosciente della propria.” W. Gombrowicz

Premio Lo Straniero 

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Io sono il Passante

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    IO SONO IL PASSANTE

IO SONO IL PASSANTE

di Annalisa D’Amato

Brani e frammenti dall’opera di Arthur Rimbaud tradotti da Mario Biagini.

Coproduzione : Fondazione Pontedera Teatro, Diego Armando Maradona Montesanto – Zonne Illuminate Autogestite (Napoli),  Album Zutique

Data : 2002-2003

Con: Monica Bianchi, Arsenio D’Amato, Annalisa D’Amato, Francesco Forni, Savino Paparella, Matilde Politi, Zvi Tal, Emanuele Valenti

Collaborazione artistica: Giordano Acquaviva

“Una scena da abitare. Una stanza ricoperta per intero di tappeti orientali, condivisa con gli spettatori che stanno lungo un lato. Piena di oggetti familiari, un letto di ferro battuto sul fondo, una vecchia poltrona sotto una lampada da lettura. E poi bottiglie di birra a terra, vuote, a dirci di un tempo già passato, di altre esperienze vitali non condivise. Potremmo immaginare di essere nella casa di Rimbaud in Africa, quando il giovane transfuga della poesia si fece mercante d’armi. Ma le luci che pendono a festoni e le musiche che invadono lo spazio ci parlano anche di una festa, che è il qui e ora del teatro. È prima di tutto un luogo e una nostalgia Io sono il passante creato da Annalisa D’Amato con il gruppo Album Zutique, attori e danzatori e musicisti di diverse provenienze. Uno alla volta gli interpreti si fanno avanti, come per presentarsi.
Ciascuno porta le proprie abilità o la maschera di un’identità che fittizia, protetta occhiali scuri e minigonna o gesti da cowboy. Un brano cantato alla chitarra, un breve monologo, una danza con la fisarmonica ormai consumata in altre stagioni teatrali. Le seduzioni di un eros fugace. Una ingombrante presenza paterna, per nulla appartata su quella poltrona. Lasciando che siano le parole di Una stagione all’inferno e delle Illuminazioni a dirci per frammenti quel sentimento sospeso fra il bisogno di essere al presente, “assolutamente moderni”, e i richiami di una vita per una parte già compiuta, di chi sta sulla linea d’ombra della giovinezza. La felicità è il mio verme, annotava Rimbaud.”
Gianni Manzella, il manifesto, 16 marzo 2003

Chi è l’Artista? – 20 min. su Patti Smith

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    Chi è l'Artista?
    20 minuti su Patti Smith

Chi è l’Artista?

Studio di 20 min. su Patti Smith

di Annalisa D’Amato

Produzione: Fondazione Pontedera Teatro

Data: 2005

Con: Monica Bianchi e Francesco Forni

Da una richiesta di Roberto Bacci per una tavola rotonda sulla metodologia di regia con la supervisione di Renata Molinari.

La Grazia – come la fiamma della lampada che punta verso l’alto

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    La Grazia
    Come la fiamma della lampada
    che punta verso l’alto

LA GRAZIA

Come la fiamma della lampada che punta verso l’alto

Studio su I detti di Rabi’a al ‘Addawiyya

di Annalisa D’Amato

Produzione : LAILA

Data : 2008

Con: Mariagrazia Mandruzzato, Monica Bianchi, Chiara Orefice, Ludovica Tinghi

Musiche: Patrizia Mattioli

Rabi’ah fu vista correre per una strada di Bassora, portando una torcia accesa in una mano e nell’altra un secchio d’acqua. Interrogata ” O Signora della Vita Futura, dove vai e che cosa significa questo?”, rispose ” Voglio incendiare il Paradiso e spegnere l’Inferno perché questi due veli spariscano e i Suoi servi Lo adorino senza sperare ricompense o temere castighi.”

cechov, annalisa d'amato

Corsa ad ostacoli

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    cechov, annalisa d'amato

Corsa ad ostacoli – dal Gabbiano di Cechov

Studio in forma di tombola sul Gabbiano di Cechov

di Annalisa D’Amato

Produzione: Fondazione Pontedera Teatro

Data: 1996

Con: Annalisa D’Amato, Giordano Acquaviva, Elena Nenè Barini, Michelangelo Bergamino, Davide D’Antonio, Marzia Laini

  • cechov, annalisa d'amato
pellegrino annalisa d'amato

Pellegrino

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    pellegrino annalisa d'amato
    PELLEGRINO

PELLEGRINO

Liberamente ispirato all’opera di Elio Vittorini

di Annalisa D’Amato

Con: Tatiana Lepore, Giulio Maria Corbelli, Matilde Politi, Giordano Acquaviva, Luca Rinaldi

Collaborazione artistica: Papoula Bicalho

Produzione: Fondazione Pontedera Teatro

Data: 1998

“Uno spettacolo teatrale non è la lettura animata di un opera. E piuttosto una conversazione con tutto il publico che riempie la sala. E bisogna che si svolga in modo tale da dare al publico l’impressione di “parlare”, di essere attivo, di partecipare, pur no facendo altro che “vedere e ascoltare”. (…) Il bisogno del teatro conserva quasi intatta la sua vitalità e la gente cerca di soddisfarlo con quello che oggi è ancora veramente teatro: con gli spettacoli sportivi; con gli spettacoli di rivista…(…) Occorre ricominciare da quello che abbiamo teatralmente vivo. La profondità e nobiltà, l’alto livello culturale, si ritroverebbero poi molto più presto e più facilmente di quanto non si creda.” Elio Vittorini da Sipario numero 73 del 1952

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Il Matrimonio tra il Cielo e l’Inferno – William Blake

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    Il Matrimonio tra
    il Cielo e l’Inferno

IL MATRIMONIO TRA IL CIELO E L’INFERNO – William Blake

di Annalisa D’Amato

Con: Lorenzo Scotto di Luzio, Matilde Politi, Giordano Acquaviva, Giulio Maria Corbelli, Luciana Lanzetta

Assistente alla regia: Papoula Bicalho

Produzione: Fondazione Pontedera Teatro

Data: 1998

Per Volterra all’Inferno (1998) – Laboratorio di produzione per gruppi teatrali italiani sul teme degli inferni – da in idea di Roberto Bacci – direzione artistica e messa in scena di tra gli altri: Annalisa D’Amato, Michela Lucenti, Alessandro Berti, Massimo Lanzetta, etc. Seconda dicesa – le porte / piazzetta degli Avelli: i peccato originale.

“Poiché un nuovo cielo ha avuto inizio l’Inferno Eterno rivive.(…) Ed ecco! Senza contrari non c’è progresso. Attrazione e Repulsione, Ragione e Energia, Amore e Odio, sono necessari all’esistenza umana. Da questi contrari ha origine ciò che i religiosi chiamano Bene e Male. Bene è il passivo che obbedisce alla Ragione. Male è l’attivo che scaturisce dall’Energia. Bene è il Cielo. Male è l’Inferno.” da Il Matrimonio del Cielo dell’Inferno di W. Blake

 

(articolo Fofi Lo Straniero)

Weaving Together

WEAVING TOGETHER

Progetto di tessitura collettiva multidisciplinare e multiculturale, vincitore del bando Boarding Pass Plus 2022-2024,realizzato con il sostegno del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo.

 

Ideato da Ente Teatro Cronaca e la Compagnie de Théâtre D’Amato/Stahly, è curato dall’autrice e regista Annalisa D’Amato.

Si è svolto da novembre 2022 ad ottobre 2023.

Sito ufficiale

Ardore

ARDORE

Il matrimonio tra il Teatro e la Vita

 

Il rito antico delle nozze. La liturgia che tradizionalmente legittima le unioni e lega gli amori a un vincolo simbolico, si rivela una straordinaria metafora scenica. Un rituale che, sapientemente scardinato, è capace di rappresentare il rapporto profondo, disordinato e vitale che ci lega al teatro. Ai suoi meccanismi, alle sue architetture. Ai suoi infiniti mondi possibili.

Uno spettacolo che attinge al linguaggio cerimoniale e eccessivo dell’amore, al vero artificio del teatro. Che allora si rompano le barriere della logica, del criterio e della razionalità. Chissà che queste due parti non si lascino attraversare, infine, l’una dall’altra: Vita e Teatro.

 

“Bisogna che lo spettatore abbia la sensazione che davanti a lui si rappresenta una scena della sua stessa esistenza, una scena veramente capitale. Chiediamo insomma al nostro pubblico un’adesione intima e profonda. La discrezione non fa per noi.” Antonin Artaud.

 

Crediti:

ARDORE
Il matrimonio tra il Teatro e la Vita

Un Progetto Bellini Teatro Factory a cura di Gabriele Russo, Costanza Boccardi e Marina Dammacco

da un’idea di Annalisa D’Amato

drammaturgia Annalisa D’Amato, Elvira Buonocore, Maria Chiara Montella, Marta Polidoro

scene Lucia Imperato
costumi Giuseppe Avallone
disegno Luci Cesare Accetta

con Mario Ascione, Elvira Buonocore, Francesco Cafiero, Alessandra Cocorullo, Carlo Di Maro, Maria Fiore, Francesco Gentile, Rita Lamberti, Maria Chiara Montella, Raffaele Piscitelli, Marta Polidoro, Riccardo Radice, Stefania Remino, Giuseppe Romano, Alessia Santalucia, Gianluca Vesce

regia Annalisa D’Amato

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
con il sostegno di puntozerovaleriaapicella

Durata Spettacolo: 75 minuti

La Caccia allo Snark – spettacolo

La Caccia allo Snark al Museo Madre

Un poema nonsense

Come chiarisce lo stesso Carroll nell’introduzione, si tratta di un poema apparentemente “nonsense” scritto allo scopo di provare che l’insensato non è altro che una convivenza tra più e opposti sensi (polisemia) infilati dall’autore nel corso del testo e specie in alcune parole, a partire dal termine Snark.

Lo Snark

Lo Snark è un animale misterioso ottenuto dalla fusione di Snake (serpente) e Shark (squalo) e forse anche con l’aiuto di Snail (lumaca). Questa è solo la prima di una serie di parole-baule inventate dall’autore. Queste, oltre a creare mondi o creature fantastiche, possono a volte servire a risolvere situazione dilemmatiche o troppo complicate, grazie al fatto di contenere dei significati tra loro contraddittori.

Con le parole-baule si può trovare una soluzione salvifica a domande grattacapo come “Mare o monti?” rispondendo ad esempio “Maronti!”.

L’avventura di una ciurma

Sulla falsariga di un poema eroicomico, Carroll costruisce l’avventura di un’improbabile ciurma alla caccia dello Snark, ma i controsensi, le contraddizioni e le opposizioni “di” e “tra” i vari membri dell’equipaggio – un capitano che sa poco e nulla di navigazione, un castoro che deve guardarsi le spalle dal macellaio di bordo, un cuoco che non ricorda nemmeno il proprio nome etc..- trasformano questa caccia in un viaggio interiore verso il senso, nonsenso, polisenso della vita, attraverso il confronto con quella che Wittgenstein definì come l’unico evento che non appartiene alla vita, l’unico evento che non è possibile vivere: la morte.

Il mistero

Nella nostra ricerca di questi mesi, siamo incappati nell’ipotesi che Il mistero di cosa sia in realtà uno Snark è intuibile in quell’ombra scura, ma allo stesso tempo lucente, che appunto perché si trova al di fuori della vita dà senso (o meglio più sensi) alla vita, qualcosa da cui siamo terrorizzati ma allo stesso tempo affascinati perché di tutti i misteri, di tutti gli enigmi è quello che ci dà più filo da torcere. Lo Snark, così inteso, aleggia in qualsivoglia impresa o avventura umana, terrorizza, inquieta ma allo stesso tempo stimola e attrae come fa ogni pericolo, anzi di ogni pericolo e di ogni paura esso è il padre e la madre (tanto che negli anni ‘50 fu chiamato Snark un missile americano).

L’adolescenza

Per tale ragione, pur portando fedelmente in scena gran parte del poema, lo abbiamo reso secondo le forme reali della contemporaneità e a misura di quella adolescenza che, prima che nostro, è stato un tema fondamentale di Lewis Carroll. Questa età verde, dove abbondano il rischio e l’avventura, è una condizione molto frequentata dallo Snark, spesso i più giovani si espongono ad esserne assaliti mentre sono intenti a esplorare nuove emozioni e a misurarsi e a confrontarsi con un mondo per loro tutto nuovo, finendo così per essere rapiti per sempre, o magari solo graffiati, da quel mostro di bellezza, quel bellostro,che la loro temerarietà ha attirato o che essi semplicemente hanno dimenticato di evitare. Per tale ragione, nella nostra caccia allo Snark abbiamo riportato i casi più recenti di giovani scomparsi accidentalmente, soffiati via dallo Snark per pura crudeltà o per punirli della loro avventatezza, casi tragici o drammatici che hanno sconcertato noi tutti e ci hanno fatto porre domande sul senso della vita. Casi che sono diventati per noi “opere dello Snark” e che quindi motivano il nostro equipaggio di giovani attori a cercare vendetta sulla scena per tanta crudeltà.

Il soprannaturale

Ma non solo di queste cose è però fatto uno Snark, altrimenti non sarebbe oggetto di cacce avventurose, evidentemente qualcosa di prezioso riveste il suo corpo ed emana dalla luce dei suoi occhi (se avrà mai degli occhi!). Qualcosa di fantastico che attiva l’ambizione di molti di noi e che trastulla il nostro desiderio di meraviglia: stiamo parlando del miracoloso, del leggendario, del soprannaturale. Forse per questo Jack London chiamò Snark l’innovativa nave che si fece costruire e su cui navigò nell’Oceano Pacifico, forse per questo a un albero messicano è stato dato il nome di “Boojum”, una tipologia di Snark estremamente rara e che è diventata fondamentale nella nostra messa in scena. Infatti è nei sogni dell’adolescenza che vedrete avvolto il nostro spettacolo, che in verità fatichiamo a definire spettacolo poiché ha ancora a che fare con uno studio, con degli appunti, tanto che sarebbe meglio chiamarlo “spettudio” o “appuntacolo”.

Altre info sullo spettacolo: clicca qui!

Il Violino della Caccia allo Snark

Il Violino della Caccia allo Snark

 

Un giorno mi sono svegliato ed era arrivato: il violino della Caccia allo Snark!
Aveva viaggiato da Londra per atterrare a Napoli, mandato da Robert Brewer Young chi, dopo aver costruito i più belli strumenti suonati da solisti dei più famosi orchestra del mondo e lavorato su violini da milioni di dollari, si è dedicato a un sogno che sembra impossibile: realizzare un violino con un costo inferiore a 3$ per dare accesso ad orchestra del Vietnam, del India, dell’America del Sud… a strumenti di qualità eccezionale per solo 3$!!!! Dopo mesi di ricerca insieme al Cambridge Department of Engineering, è nato il primo prototipo del 3$ Charity Violin Project – quando è stato suonato insieme a tre Guadagnini a Londra la prima volta, è stato scelto al unanimità come superiore!
Due settimane fa, ho avuto l’onore di ricevere questo violino appena nato, l’ho consegnato per un notte ai artisti @cyopekaf – con cui Annalisa D’Amato ed io collaboriamo insieme a Maurizio Capone alla realizzazione dello spettacolo “La Caccia allo Snark” per il primo Arrevuoto al Museo Madre, chiamati a questa folle e coraggiosa avventura da Maurizio Braucci con 25 meravigliosi giovani adolescenti che ci hanno dato tutta la loro dedizione e professionalità – e dopo quella notte nelle mani di @cyopekaf nel loro laboratorio sottoterra dei quartieri spagnoli, è nato una seconda volta quel Violino da 3$ con occhi colorati dipinti su oro zecchino.
Questa sera avrò l’onore, il piacere e la gioia di suonare insieme alla Ciurma il “Violino della Caccia allo Snark”
Grazie fratelli! Grazie l’Universo!
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#damatostahlyofficial #cyopekaf #robertbreweryoung #museomadre#caponebungtbangt #arrevuoto #3$charityviolinproject

La Caccia allo Snark – Laboratorio

Il primo “Arrevuoto dell’arte contemporanea”

Nel mese di Febbraio 2019 è iniziato un nuovo percorso per l’Associazione Arrevuoto Teatro e Pedagogia. Al Museo Madre di Napoli si sta tenendo il primo Arrevuoto dell’arte contemporanea. Si tratta di un intervento della rassegna Io Sono Felice!

Progetto didattico della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee dedicato all’integrazione sociale, del Museo Madre.

Un workshop di teatro e pedagogia con la direzione artistica di Maurizio Braucci. La regia, i laboratori e le musiche sono a cura di Annalisa D’Amato e Antonin Stahly. Le percussioni sono a cura di Maurizio Capone, invece le scenografie degli street artist cyop&kaf.
Il coordinamento pedagogico è affidato all’associazione di promozione sociale Chi rom e…chi no.

Il laboratorio si tiene settimanalmente al Museo Madre. Include ragazzi dai 14 ai 18 anni in un percorso performativo gratuito prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

L’opera scelta per l’Arrevuoto del Museo Madre è La caccia allo Snark di Lewis Carroll, “visionaria narrazione” della ricerca di un mostro a metà tra squalo e serpente, in un mondo fantastico dove l’identità diventa invenzione e la caccia una rincorsa verso se stessi, secondo il gioco speculare e immaginifico dell’arte. Con lo Snark (e per lo Snark) gli spazi del Museo Madre e i loro allestimenti diventano scenografie e paesaggi avventuroso dello spettacolo finale.

Arrevuoto – Tutti contro Tutti

  • Arrevuoto - Knock

Tutti contro tutti, 2019

di Arthur Adamov

In scena al Teatro San Ferdinando l’11 ed il 12 maggio

Arrevuoto, il progetto di teatro e pedagogia ideato da Roberta Carlotto e curato da Maurizio Braucci, è giunto al suo quattordicesimo movimento.

Dal 2005, anno della prima edizione, Arrevuoto ha saputo adattarsi e rinnovarsi nel corso degli anni. Lo ha fatto portando sempre più giovani e adulti alla conquista di uno spazio culturale unico di crescita e formazione. È un progetto speciale, prodotto e sostenuto dal Teatro Stabile di Napoli
– Teatro Nazionale
, e curato da una fitta rete di associazioni, operatori del sociale e del mondo scolastico, che connette centro e periferia della città di Napoli, mettendo al centro di tutto gli adolescenti, attraverso un percorso di teatro e pedagogia.

LA NUOVA LEGGE RELATIVA ALLO STATUTO DEI RIFUGIATI È
ENTRATA IN VIGORE ALL’UNANIMITÀ

La Radio

Il testo

Tutti contro tutti, di Arthur Adamov, è il testo scelto per lo spettacolo di quest’anno.

È un testo scritto nel 1953 che racconta con tinte drammatiche, in una Parigi di inizio secolo, l’attuale tema della persecuzione ai danni dei rifugiati.

I personaggi

I tre personaggi principali: Zenno, Jean e Darbon. Nell’ordine: rifugiato, autoctono e politico. I tre stravolgono le proprie vite e quelle degli abitanti in una continua ricerca di un capro espiatorio sul quale far ricadere le colpe di una società incapace di gestire i continui afflussi di rifugiati.

La lotta

Le parti in causa, attraverso gli annunci politici della radio, si rincorrono in uno scellerato gioco di lotte e schieramenti che cambiano di scena in scena. È la lotta di tutti contro tutti. E’ una lotta senza vincitori né vinti, ma dove a farne le spese è, sempre, il popolo.

Un tema di attualità

Il tema dello spettacolo, è stato scelto per la sua attualità. Il nostro paese è in una situazione simile a quella descritta da Adamov, ha la stessa incapacità di capire e gestire un fenomeno, quello dei rifugiati.

Il paese ripiega su una combinazione fin troppo approssimativa e dualistica:
chi è a favore, chi è contrario. In sostanza, tutti sono contro tutti. E in mezzo?

La riscrittura con i ragazzi e le ragazze di Arrevuoto

Ci sono i ragazzi che hanno preso parte al laboratorio e che hanno sentito vicino questo tema. Il testo è entrato nel loro immaginario come un mezzo attraverso il quale far conoscere la propria idea sulla società, il proprio pensiero. La riscrittura per la messa in scena è stata lunga, fatta di ragionamenti, ora lucidi, ora emotivi, sul come utilizzare i personaggi dell’opera, prendere le loro bocche e esprimere la loro idea di miglioramento.


Direzione artistica: Maurizio Braucci
Da un’idea di Roberta Carlotto
Coordinamento pedagogico: chi rom e… chi no
Regia: Alessandra Asuni, Annalisa D’Amato, Christian Giroso, Nicola Laieta, Sergio Longobardi, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella
Coordinamento musicale: Maurizio Capone, Antonella Monetti
Coordinamento drammaturgico: Fabrizio Nardi
Assistenti alla regia: Anna Carla Broegg, Ambra Marcozzi, Laura Ottieri
Guide teatrali: Francesca De Siervo, Emanuele Massa, Flavio Rizzo, Gian Luigi Signoriello
Spazio scenico e luci: Raffaele Di Florio
Costumi: Annalisa Ciaramella
Video proiezioni: Alessandro Papa
Assistente alle scene: Melissa De Vincenzo, Giorgia Chiavelli
Macchinista: Giuliano Barra elettricista Pasquale Piccolo
Fonici: Daniele Piscicelli, Paolo Vitale organizzazione Linda Martinelli
Foto: Stefano Cardone video Fortuna Avallone
Produzione: Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
In collaborazione con: Associazione Arrevuoto – Teatro e pedagogia
con il contributo della Comunità Evangelica Luterana di Napoli

Partecipano ad Arrevuoto 2019

Liceo Statale A. Genovesi
Liceo Scientifico E. Morante
Istituto Tecnico Economico Statale F. Galiani
Scuola Media Statale Casanova Costantinopoli
DAMM Zone Autogestite
Lo Sgarrupato di Montesanto
Associazione Quartieri Spagnoli
Centro di Educativa Territoriale “Stelle sulla Terra” gestito da APS “Terra mia”
Cooperativa sociale L’Orsa Maggiore
Associazione Davide Bifolco
Collettivo Sopra San Laise
Associazione chi rom e… chi no
Laboratorio Teatro Possibile della Comunità Dedalo ASL Na2Nord di Bacoli
Centro Hurtado
Missionari della Divina Redenzione – Casa Regina Mundi di Padre Giuseppe Pizza
Musicisti Associati
ZurzoloTeatroLive

Lo spettacolo sarà in scena l’11 maggio alle ore 19.00 ed il 12 maggio alle ore 18.00 al Teatro San Ferdinando di Napoli.

Casting, per un film dal Woyzeck

Casting

Per un film dal Woyzeck

regia di Annalisa D’Amato

collaborazione artistica Antonin Stahly

drammaturgia Maurizio Braucci e Annalisa D’Amato

musiche originali Antonin Stahly e Annalisa D’Amato

disegno luci Iole Cilento

costumi Daniela Salernitano

tecnico luci Gennaro Maria Cedrangolo

ritratti fotografici Thierry Arensma

foto di scena  Stefano Cardone

organizzazione Ilaria Ceci, Marina Dammacco

con Valeria Apicella, Artem,  Sara Caiazzo, Luigi Cardone, Adriano Cinquegrana, Andrea de Goyzueta, Sara Gentile, Francesco Rescigno, Emanuele Palumbo, Luigi Palumbo(1), Luigi Palumbo(2), Gianluigi Signorello, Antonin Stahly

una produzione D’Amato Stahly 2018

in collaborazione con Associazione Arrevuoto – Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazionale, l’Asilo – ex Asilo Filangieri, Tourbillon Teatro, Radio Popolare, Ass. Quartieri Spagnoli Onlus, Casa del Contemporaneo Centro di Produzione Teatrale

Casting per un film dal Woyzeck nasce dall’incontro tra la creazione registica di Annalisa D’Amato e l’idea drammaturgica dello scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci. In scena, un gruppo trasversale – di attori professionisti e ragazzi napoletani – conduce lo spettatore attraverso un racconto a più livelli, in cui si osserva come il casting sia diventato luogo, oggi sempre più cercato e diffuso, in cui vite intere si trasformano in forme di spettacolo: ‘’Lo sfoggio di autenticità si è dimostrato un valore particolarmente redditizio’’, come intuiva Mark Fisher nel suo Realismo Capitalista, testo cardine di questo lavoro.

La prima versione di Casting, per un film dal Woyzeck è nata per il Festival di Radio Popolare di Milano nel 2018. In seguito un secondo studio ha aperto la stagione 2019 di Casa del Contemporaneo in Sala Assoli a Napoli. La versione definitiva è stata invitata ad aprire la stagione del Teatro Bellini di Napoli 2020. In seguito Casting è stato ospite al Festival Contemporanea di Prato 2021 a cui è seguito un importante incontro guidato da Graziano Graziani tra il gruppo di lavoro e la School of Met del Metastasio di Prato.

Guardandoli recitare è impossibile non pensare che sono anche una potente metafora carnale di Napoli: un tempo la città di Gennariello, avrebbe detto Pasolini, oggi anch’essa soggetta all’omologazione capitalista, al dominio commerciale, alla svendita turistica di se. Alessandro Toppi – Hystrio n.4 2019

Ovviamente tutto il lavoro è una forte critica ai modelli imposti ai nostri giovani dal consumismo contemporaneo, all’ansia di apparire e di essere scelti, al cinismo dei mestieranti che l’arte la fanno e la vendono, ai pusher di “oppio del popolo” (per citare l’ultimo libro di Goffredo Fofi), ma soprattutto è una scanzonata, a tratti molto umoristica, quanto verticale e corrosiva messa alla berlina di quella moda del “reale a tutti i costi” Massimiliano Virgilio – Fanpage.it

“Questa è la dinamica geniale di ciò a cui assistiamo: una “didattica” esplicitazione di una struttura spettacolare e la sua “inversione” in vita, in verità. […]Questi ragazzi e il loro “dramaturg”, e la loro regista, compiono appunto un grande lavoro, che non ha niente a che fare con la spontaneità o con l’improvvisazione, ma molto a che fare con il rigore, l’energia, l’intuizione potenziata, la precisione. E da ciò si comprende come il teatro può salvare la vita, e la vita salvare il teatro. Entrambi: la vita, appunto e il teatro. Perché il teatro è la vita.”  Bruno Roberti – Fata Morgana Web

luisa pasello, emanuele valenti, annalisa d'amato, gombrowicz

Agnus Dei

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    AGNUS DEI
    memorie dei tempi dell'immaturità

AGNUS DEI

Memorie dei tempi dell’immaturità

di Annalisa D’Amato

liberamente ispirato a Ferdydurke di W. Gombrowicz

Con: Luisa Pasello, Claudia Dulitchi, Giordano Acquaviva, Emanuele Valenti, Matilde Politi, Francois Tizon, Luca Bollero

Luci e Allestimenti: Giordano Acquaviva

Coproduzione: Fondazione Pontedera Teatro e Compagnia Acquaviva

Data: 2000

“Mi interessa l’immaturità che sprigiona nell’uomo ogni cultura che non è sufficientemente assimilata, digerita e organica al punto giusto. (…) Il mio è il lamento di un individuo che si difende dalla dissoluzione, che reclama spasmodicamente una gerarchia e una forma, e allo stesso tempo si rende conto che qualsiasi forma lo sminuisce e lo limita: si difende dall’imperfezione altrui, perfettamente cosciente della propria.” W. Gombrowicz

Premio Lo Straniero 

  • luisa pasello, emanuele valenti, annalisa d'amato, gombrowicz
Arrevuoto - Knock

Arrevuoto – Knock

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    Arrevuoto - Knock

ARREVUOTO 2018 – tredicesimo movimento

“Knock o il trionfo della medicina” di Jules Romains

direzione artistica Maurizio Braucci
da un’idea di Roberta Carlotto
coordinamento pedagogico  chi rom e…chi no
regia Pino Carbone, Annalisa D’Amato, Linda Dalisi, Christian Giroso, Nicola Laieta, Sergio Longobardi, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella, Ambra Marcozzi
guide teatrali Anna Carla Broegg, Denis Bajrami, Emanuele Massa, Laura Ottieri, Flavio Rizzi, GianLuigi Signoriello, Salvatore Serpico
coordinamento musicale Maurizio Capone, Antonella Monetti
spazio scenico e luci Raffaele Di Florio
costumi Alessandro Gaudioso
installazioni video Alessandro Papa

coordinamento drammaturgico Fabrizio Nardi
assistente alle scene Lucia Imperato

organizzazione Linda Martinelli

foto Stefano Cardone
video Lorenzo Face, Fortuna Avallone
grafica Antonello Colaps/dopolavoro.org

produzione Teatro Stabile di Napoli

in collaborazione con Associazione Arrevuoto – Teatro e pedagogia

con il contributo della Comunità Evangelica Luterana di Napoli

e in collaborazione con

Liceo Statale A. Genovesi
Liceo Scientifico Renato Caccioppoli
Liceo Scientifico Elsa Morante
Scuola Media Statale Casanova Costantinopoli
DAMM Zone Autogestite
Lo Scugnizzo
Lo Sgarrupato di Montesanto
Associazione Quartieri Spagnoli
Cooperativa sociale L’Orsa Maggiore
Centro di Educativa Territoriale “Stelle sulla Terra” gestito dall’APS “Terra mia”
Compagnia Teatro Possibile della Comunità Dedalo ASL Na2Nord
Musicisti Associati di Massimo Abbruzzese
Ztl spazio musica di Zurzolo

Si ringrazia per la preziosa collaborazione Antonin Stahly

Arrevuoto, il progetto teatrale ideato da Roberta Carlotto e curato da Maurizio Braucci, giunge al suo tredicesimo movimento. Singolare e innovativa occasione di incontro degli adolescenti e dei giovani con il mondo del teatro, i suoi linguaggi, le sue possibilità di comunicazione, il suo potere formativo, il progetto, prodotto fin dalla sua prima edizione dal Teatro Stabile di Napoli, assume di anno in anno un valore sociale e culturale sempre più forte, agendo in quartieri problematici e complessi come quello di Scampia, dove lavora da tempo una rete di gruppi, di associazioni e operatori del sociale e del mondo della scuola, che con ostinazione e determinazione hanno conseguito e continuano a conseguire risultati di grandissima importanza sociale e culturale.

Come sempre, durante tutto l’anno, nelle scuole coinvolte, si svolgeranno laboratori e percorsi di studio su un testo teatrale che quest’anno è Knock o il trionfo della medicina di Jules Romains, una commedia esilarante e caustica sui danni procurati dalla medicalizzazione. Messa in scena per la prima volta nel 1923 è la storia del Dr. Knock, un presunto medico che arriva in un triste paese di provincia dove, per tradizione, nessuno ricorre mai al medico. In pochi mesi, il Dr. Knock riuscirà invece a trasformare il paese in un affollatissimo centro di cura per la salute, con tutti i villici completamente ospedalizzati e contenti di esserlo. Attraverso una rete di laboratori di teatro e musica, condotta in vari quartieri della città da una squadra di registi ed educatori, Arrevuoto porterà in scena questa sua nuova avventura insieme a tantissimi adolescenti.

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